ACCERTAMENTO CON ADESIONE: L’INVITO AL CONTRADDITTORIO E’ OBBLIGATORIO
Nella procedura di accertamento con adesione, attivata su istanza del contribuente, la mancata instaurazione del contraddittorio rappresenta una violazione di legge che comporta l’illegittimità dell’intera procedura fiscale e, di conseguenza, dell’atto impositivo che la contiene.
Inoltre, in caso di rinvio del primo incontro, è onere dell’Ufficio convocare nuovamente il contribuente poiché “è principio di diritto comune che, in caso di rinvio, il soggetto che ha il potere di convocazione ha anche l’obbligo di notificare all’altra parte l’invito contenente il giorno e l’ora della nuova convocazione”.
Sono questi i principi espressi dalla Commissione tributaria regionale di Roma con la recente sentenza n. 806/14/14 (sentenza che, tra l’altro, ha ribaltato l’esito del giudizio di primo grado).
Il caso riguardava un fotografo della capitale il quale, ricevuto l’avviso di accertamento, proponeva istanza di accertamento con adesione. Alla data del primo invito il contribuente si presentava regolarmente presso l’Ufficio ma, per motivi di carattere organizzativo, il contraddittorio veniva rinviato a data da destinarsi.
A partire da quel momento nessun ulteriore invito veniva notificato al contribuente il quale, di conseguenza, impugnava l’atto impositivo ottenendo, con la citata sentenza, l’annullamento dell’avviso di accertamento.
Il mancato svolgimento del contraddittorio di adesione, infatti, rappresenta una palese violazione dell’art. 5 del D. Lgs. n. 218/97 (Accertamento con adesione) e dell’art. 10 della legge n. 212/2000 (Statuto del contribuente), sostanziandosi nella violazione dei principi di legittimo affidamento e tutela della buona fede.
D’altronde non è neppure lontanamente concepibile che debba essere il contribuente ad attivarsi al fine di favorire l’instaurazione del contraddittorio trattandosi di un onere che grava esclusivamente sull’Ufficio fiscale.
Per vederci chiaro.
Dott. Giuseppe Mecca
dott.mecca.giuseppe@gmail.com